Guida semplice per capire uno dei parametri più importanti (e fraintesi) dell’olio EVO
Quando acquistiamo una bottiglia di olio extravergine d’oliva, spesso sentiamo parlare di “acidità”. Ma cosa significa esattamente? È un gusto? È un difetto? E soprattutto: un olio "acido" è buono o cattivo?
Facciamo chiarezza.
đŹ L’acidità dell’olio non si sente con il gusto
Contrariamente a quanto molti pensano, l’acidità dell’olio non è qualcosa che si percepisce con la lingua o con il palato. Non ha nulla a che vedere con il sapore acido del limone o dell’aceto.
đ È un valore chimico, misurato in laboratorio, che indica la quantità di acidi grassi liberi presenti nell’olio.
In parole semplici? Più è alta l’acidità, più l’olio è stato ottenuto da olive di bassa qualità, danneggiate, troppo mature, o mal conservate prima della spremitura.
đ§Ş Cosa misura esattamente l’acidità?
L’acidità è espressa in percentuale di acido oleico libero. Questo valore rappresenta quanto si sono "rotte" le molecole di grasso presenti naturalmente nelle olive.
Un olio appena estratto da olive sane e fresche ha pochissimi acidi grassi liberi → quindi ha bassa acidità.
đ I limiti per legge
Per poter essere classificato come olio extravergine di oliva, l’olio deve avere:
-
Acidità libera ≤ 0,8%
Se supera questo valore, non può essere definito extravergine, ma solo “olio di oliva vergine” o altre categorie inferiori.
â ď¸ Attenzione: alcuni oli extravergini di altissima qualità hanno acidità intorno allo 0,2% o anche meno!
đŤ Da cosa dipende l’acidità?
Ecco i principali fattori che influenzano l’acidità dell’olio:
-
Stato di salute delle olive → olive danneggiate = acidità più alta
-
Tempi di raccolta → ritardi nella lavorazione = più ossidazione
-
Modalità di raccolta → olive cadute a terra = acidità maggiore
-
Conservazione prima della frangitura → olive accatastate o fermentate = acidità alle stelle
-
Pulizia dei macchinari → residui sporchi = qualità compromessa
â L’acidità non è un difetto che si sente, ma un campanello d’allarme
Molti consumatori pensano che un olio più "piccante" o "forte" sia più acido. In realtà:
-
Il pizzicore e l’amaro sono segni positivi, legati alla presenza di polifenoli, potenti antiossidanti.
-
L’acidità alta, invece, non ha gusto, ma è indice di un olio meno fresco, meno salutare e meno stabile nel tempo.
đ˘ Perché scegliere un olio a bassa acidità?
Un olio con bassa acidità:
â
È stato ottenuto da olive sane e fresche
â
È più stabile nel tempo (rancidisce più lentamente)
â
Contiene più antiossidanti e nutrienti
â
È un indicatore di alta qualità complessiva
đˇď¸ Ma allora perché non si trova il valore di acidità sull’etichetta?
Per legge, l’acidità non è obbligatorio indicarla sull’etichetta, anche se alcuni produttori lo fanno come garanzia di qualità.
Se non c’è scritto, chiedi al produttore, oppure cerca certificazioni, premi e tracciabilità che garantiscano la freschezza e la qualità dell’olio.
đ In sintesi
ParametroCosa significaAcidità dell’olioPercentuale di acidi grassi liberi (es. acido oleico)Cosa indica davveroStato di salute delle olive e qualità del processoSi percepisce col gusto?No, è un valore chimicoBuono = più acido?No! Più bassa è l’acidità, più alta è la qualitàLimite per l’extravergineMassimo 0,8%
đż Conclusione
L’acidità dell’olio extravergine d’oliva è un indicatore fondamentale di qualità, ma spesso frainteso. Non si percepisce al palato, ma rivela molto sulla cura con cui l’olio è stato prodotto.
Quando scegli il tuo olio EVO, non fermarti all’etichetta: chiedi, assaggia, informati. Un buon olio non è solo buono al gusto, ma anche alla salute.